Tuffati nel mondo dell'illustrazione freelance con Maria Lia Malandrino

Vuoi sapere cosa ci vuole per avere successo nel mondo delle illustrazioni? Questa settimana abbiamo avuto il piacere di intervistare la nostra straordinaria artista Maria Lia Malandrino per conoscere il suo percorso artistico!

Quindi, se vuoi imparare come diventare un illustratore, continuate a leggere.

Cosa ti ha fatta interessare per la prima volta all’illustrazione? 

C’è un fumetto che è uscito nel 2001, quando avevo 11 anni, che si chiama W.I.T.C.H. È di un autore italiano di nome Alessandro Barbucci.

Si tratta di cinque ragazze che scoprono di essere streghe, ma non lo sono veramente. Sono più simili alle fate perché hanno le ali. Ognuna di loro ha il potere su un elemento, in pratica.

Penso che abbia ancora un certo numero di lettori. Ma, in ogni caso, in seguito hanno ne hanno tratto dei cartoni animati e la cosa ha avuto risonanza globale.

Veniva pubblicato da Disney in Italia, e credo anche nel resto del mondo. Era il miglior stile di fumetto che avessi mai visto perché Alessandro ha uno stile davvero incredibile, soprattutto per i primi anni 2000, quando combinava lo stile Disney e i manga.

I temi erano molto adolescenziali, il che era strano per la Disney. Quando di solito facevano qualcosa, era più rivolto ai bambini più piccoli.

Quindi, in pratica, ha scosso il mio mondo. Pensavo: “Oh, mio Dio! Questa è la cosa migliore di sempre!” Ne adoravo disegni e passavo tutto il mio tempo a copiarli. Quindi è questo che mi ha fatto entrare nel mondo dell’arte.

Com’è di solito il tuo processo di illustrazione?

Sono molto propensa a dividere tutto in fasi. Perché, soprattutto quando illustro per i clienti, voglio che siano aggiornati in ogni fase. Altrimenti, se si saltano alcune fasi e poi si invia loro il prodotto finito, potrebbero voltarsi e dire: “Oh, ma io non volevo questo”.

E poi si deve rifare tutto da capo. Quindi penso che sia meglio tenerli aggiornati il più possibile ed essere molto chiari su quale feedback possono dare in ogni fase.

Penso che questa sia un’ottima lezione che si deve imparare se si è un freelance. Il tuo tempo è letteralmente denaro. Quindi devi insegnare ai tuoi clienti cosa aspettarsi in ogni fase, perché naturalmente ogni artista è diverso.

I clienti potrebbero aver già lavorato con altri artisti che hanno un flusso di lavoro diverso.

Mi piace iniziare con le miniature. Sono super, super approssimative, impossibile capire cosa sta succedendo.

Quindi, dopo l’approvazione, passo ai bozzetti, che sono fondamentalmente un po’ più chiari delle miniature.

A quel punto sta più al cliente a giudicare perché, per esempio, molti editori per bambini hanno molte linee guida a cui si attengono. I bambini di una certa età potrebbero non avere gli strumenti intellettuali per comprendere alcuni testi se le illustrazioni sono troppo complicate.

Oppure in alcuni casi, soprattutto in mercati specifici, non si possono avere personaggi che fanno certe azioni o indossano certi vestiti perché altrimenti sarebbero offensivi per le persone di quel mercato.

Quindi, una volta ottenuta l’approvazione su tutto il resto, passo alle linee pulite. Quando le linee pulite sono fatte, la fase successiva è il colore. Se poi il cliente vuole dare un feedback, gli costerà solo un extra, più o meno.

Se hanno visionato la fase delle linee e io dico “Ok, questo è esattamente l’aspetto che avrà, solo colorato” e a loro va bene, ma poi, dopo aver aggiunto il colore, dicono: “Oh, ma in realtà volevo che questo personaggio tenesse in mano una penna e non un cucchiaio”,

io rispondo “Beh, dovrai pagare di più, perché significa che dovrò tornare indietro e rifare il colore”. Quindi, questo è più o meno il mio flusso di lavoro.

Come illustratrice, consiglieresti di trovare un agente? 

Lo consiglierei sicuramente! Se vuoi lavorare con ilibri, devi assolutamente avere un agente, perché la maggior parte delle case editrici non trattano direttamente con gli artisti.

A meno che tu non sia una superstar, qualcuno che ha una presenza stellare sui media, come uno di quegli artisti che hanno 3 milioni di follower.

Ho trovato un agente nel 2017, quando non ero letteralmente nessuno, non che ora sia famosa, ma allora ero ancora meno conosciuta. In pratica avevo appena finito questi corsi biennali di animazione che stavo facendo in una scuola qui in Italia.

Ho fatto una lista di circa 90 agenzie trovate online. Sono andata su Google e ho cercato “Illustrazione, agenzia o agente editoriale“, qualcosa del genere. Quindi ho fatto una lista di circa 80 o 90 agenti e li ho contattati tutti.

Cinque mi hanno risposto. Credo di essere stata molto vicina a firmare con due di loro. Uno non sembrava avere una presenza online estesa, mentre l’azienda con cui lavoro ora ha un ufficio praticamente in ogni continente del mondo, e questo mi ha aiutato a decidere.

Cosa ti ispira a creare?

Sicuramente utilizzo alcuni temi a seconda di ciò che sto leggendo o guardando in quel momento.  A mi faccio guidare molto dai fan, almeno nella mia arte.

Anche se non sto creando fanart specifiche per qualcosa che adoro, potrei comunque ispirarmi ad esse. Per esempio, in questo momento sto rileggendo “Le Cronache della Folgoluce”, un libro di Brandon Sanderson.

In realtà è una serie di libri ambientati in un mondo fantasy. Ci sono spade enormi, magia e tutto il resto.

Quindi, anche se non sto disegnando fanart specifiche per questi personaggi, in questo momento ho ancora un interesse per le spade massicce. Perciò, ogni volta che scarabocchio dei personaggi, questi saranno in tenuta da combattimento o con bellissimi abiti e altro.

A volte invece mi viene questa specie di atmosfera medievale o un po’ steampunk.

Tutto dipende fondamentalmente da quello che sto leggendo al momento!

Inoltre, faccio molte escursioni con il mio compagno e il mio cane. È una delle attività che preferisco nei fine settimana: andare in montagna o da qualche parte e camminare.

Quindi sì,  questo mi ispira molto, anche perché finisco per scattare un milione di foto a ogni singolo fungo o a ogni singolo filo d’erba che incontriamo. 

Hai intrapreso qualche studio che ti ha aiutato nell’illustrazione e, se sì, lo consiglieresti ad altre persone?

Ho fatto qualcosa di completamente diverso alle scuole superiori e all’università. Ho frequentato un ginnasio, che non credo esista in altri Paesi.

In Italia ho studiato il latino, che è una cosa che non ha alcuna utilità pratica nella mia vita, ma è buona culturalmente.

Poi ho frequentato un’università a Londra, l’University of the Arts, e ho fatto l’editore di riviste. Quindi avevo sicuramente un background di design grafico.

Ho lavorato per un po’ a Londra per un’agenzia di marketing. La mia vita sembrava andare in una certa direzione. Sarebbe stata una bella vita, o almeno sarebbe stata ok.

Ma dopo meno di un anno ho pensato: “Mi sono stufata”.

Così sono andata in Cina e ho insegnato all’ESL per un anno. Ho capito che l’unica cosa che mi piace davvero sono i fumetti, i libri e i cartoni animati.

Quindi perché non provare a farli io?

Sono andata in Italia e ho fatto due anni alla Scuola Internazionale di Comics nella mia città, soprattutto perché così potevo risparmiare un po’ su cose come l’affitto e altro.

E così quel corso è stato la mia base per il disegno. Ho anche seguito un corso di storyboard con una scuola online chiamata CG Master Academy. Hanno queste lezioni che non sono preregistrate; sono con un insegnante. Controllano i compiti e tutto il resto.

Ho fatto una masterclass con Eugene Huang, un artista di storyboard che ha lavorato a “Rick and Morty” e a un sacco di cose belle.  È stato davvero bello lavorare con lui perché dava un feedback incoraggiante ma allo stesso tempo era super onesto sulle cose, che è qualcosa che mi sono resa conto che mancava nei miei corsi precedenti.

Avevo bisogno di qualcuno che mi dicesse chiaramente che producevo ancora robaccia e che dovevo ancora crescere. Mi sono resa conto che non mi esercitavo abbastanza per essere brava, così ho ridotto le ore di lavoro e ho iniziato a postare arte ogni giorno su Instagram.

La verità è che se non dedichi due o tre ore al giorno al disegno, non arriverai al punto di diventare un artista professionista. Il che è davvero ingiusto perché, voglio dire, chi ha tutto questo tempo a disposizione?

Quale consiglio daresti a te stessa più giovane in base a ciò che sai adesso?

Questa domanda di solito implica che cambieresti qualcosa, ma il fatto è che non vorrei cambiare nulla perché se lo facessi non sarei qui adesso (e probabilmente si creerebbe un enorme loop temporale e squarcerebbe l’universo!). Quindi, non voglio darmi alcun consiglio. 

Una cosa che direi ai giovani artisti che in questo momento stanno cercando di entrare nel settore è: Non svalutatevi e non svalutate la vostra arte!

Mi sento fortunata perché, grazie al mio agente, non è una cosa che ho fatto molto.

Penso che siti come Fiverr siano così ingiusti nei confronti degli artisti.

Sono siti molto immorali, perché ti pagano solo 5 dollari per creare un personaggio per qualcuno dall’altra parte del mondo.

Invece di usare questi siti, potreste concentrarvi sul vostro portfolio o sullo sviluppo di un vostro progetto.

Questo sarà ancora più interessante per le persone che cercano di assumervi. Potreste ottenere un lavoro migliore, che vi paghi effettivamente una somma di denaro decente.

C’è un certo metodo che usi per calcolare le tue tariffe come freelance? 

So che non voglio scendere sotto i 30 dollari l’ora, molto semplicemente perché quando facevo l’insegnante di inglese venivo pagata 25 dollari l’ora.

E mi sono detta: “Se prendo meno di questo facendo l’artista, allora tanto vale che torni a fare l’insegnante. È stato molto più facile e meno stressante”.

Calcolo anche in base alle dimensioni del progetto. Se il progetto richiede molto tempo, è più probabile che addebiti una tariffa forfettaria.

Purtroppo, a volte non si può scegliere di fissare il prezzo perché c’è un importo specifico che le persone di solito pagano per le copertine.

Anche in questo caso, a meno che tu non sia una superstar molto conosciuta grazie a X, Y, Z (e io non lo sono). Quindi, a volte, devi solo accettare la situazione.

Dipende anche dalle dimensioni del cliente. Ho lavorato per Disney e Lucky Charms, quindi tutto parte da un prezzo molto più alto perché sono abituati a pagare tonnellate di denaro.

In definitiva, sta a te decidere se vuoi lavorare solo per i soldi o anche per le cose che ti piacciono.

Qual è il tuo lavoro preferito tra quelli che hai fatto? 

Mmm. Credo che il mio progetto preferito sia stato The Lucky Charms, dell’anno scorso. Un artista può sentirsi piuttosto solo, perché avere contatti con i clienti non è proprio come lavorare in un team, no?

Quindi per quel progetto ho avuto un’esperienza molto più di squadra. Era un libro, quindi c’erano molte persone coinvolte. Mi hanno scelta come artista per il libro, ma ho dovuto anche occuparmi della progettazione grafica e del design dei personaggi, che non erano mai stati presentati prima.

È stato un lavoro piuttosto grande, ma è stato molto bello perché abbiamo avuto delle vere e proprie riunioni del team. Soprattutto all’inizio, quando stavamo decidendo l’estetica e dove volevamo andare.

Tutte le persone del team erano donne della mia età, quindi conoscevamo tutte gli stessi riferimenti alla cultura pop. È stato davvero bello avere un team.

Quali sono i tuoi software e le tue tavolette grafiche preferite per illustrare? 

Dipende da cosa sto facendo. Se sto facendo arte solo per me stessa, probabilmente userei il mio iPad e Procreate.

Di solito, quando disegno per me stessa, posso accontentarmi, quindi è più facile. Ma quando lavoro per i clienti, penso che Photoshop sia la strada da percorrere.

Ho recentemente acquistato un Mac Studio e uso ancora una Wacom Cintiq 22 HD che è molto vecchia, ma funziona ancora! La definizione dello schermo diventa piuttosto bassa una volta aggiunta una protezione per lo schermo. Dopo averla fissata a lungo, mi viene il mal di testa. Quindi, sinceramente, è davvero una pessima idea lavorare con questo tablet. 

L’iPad ha una potenza di calcolo limitata. Quindi, soprattutto per alcuni lavori come libri e altro, i file sono molto grandi perché bisogna tenere conto del fatto che devono essere stampati.

Quindi devono avere DPI altissimi, il che rende il file molto più grande. E in Procreate, quando si aumenta la dimensione del file, si riduce il numero di livelli che si possono avere. Il mio flusso di lavoro dipende molto dai livelli. Quindi sì, ho sicuramente bisogno di usare il computer per lavorare per i clienti. 

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